Dopo circa un mese di emergenza epidemiologica, alla quale ne seguirà certamente una di carattere economico senza precedenti, si possono cominciare a misurare le pesanti ripercussioni sui consumi di energia elettrica.
Il lockdown del paese ha infatti prodotto il rallentamento o la sospensione di diverse attività produttive, in particolare nella zona più colpita dal Covid-19 e anche industrialmente tra le più produttive d’europa, il Nord Italia, dove per primo il DPCM 8 marzo 2020 ha riversato i suoi effetti sin dai giorni immediatamente successivi alla sua pubblicazione, determinando una continua e sempre più accentuata decrescita dei consumi.
Diversi dati riportati da varie fonti riportano l’analisi grafica del calo nella seconda decade di marzo, confrontati con i dati relativi agli stessi nel 2019. Da questi dati, possiamo vedere che i consumi elettrici complessivi in Italia sono passati da 8.831 GWh nel periodo dall’11 al 20 marzo del 2019, a 7.815 GWh nel periodo 11-20 marzo del 2020, con un sensibile calo dell’11,5%.
Considerando solo la zona Nord del Paese, essendo la più industrializzata e la più colpita dall’epidemia, il consumo di energia elettrica tra l’11 e il 20 marzo del 2020 è stato pari a 4.439 GWh che, confrontato con il consumo dello stesso periodo nel 2019 è stato di 5.122 GWh, presentando un calo di circa il 13,3 %.
A risentire di questo calo è, per ragioni di regolamentazione del mercato, sopratutto il settore termoelettrico. L’impatto sulla generazione termica nello stesso periodo in analisi(11-20 marzo), è quantificato in un ribasso del 24,47% , passando da 4.781 GWh nel 2019 a 3.611 GWh, con una riduzione di 1.170 GWh. La produzione termica si è ridotta, rispetto alle due settimane precedenti, rispettivamente del 12% e del 15%, contrariamente alla quota di carico coperto dalla produzione da fonte rinnovabile che è aumentata dal 7,8% all’8,7% e 8,1%.
Valutando gli effetti dei decreti sul carico elettrico nazionale, i grafici evidenziano un confronto tra le settimane appena precedenti ai primi provvedimenti (17-23 febbraio 2020 e 2-8 marzo) e la settimana successiva al secondo decreto governativo (9-15 marzo), la riduzione del carico richiesto è scesa di circa ben 3GWH, circa l’8% rispetto ad entrambe le settimane. Questi importanti cali hanno avuto ripercussioni anche sui prezzi dell’energia, con un PUN medio delle settimane considerate, che si riduce da 39€/MWh a rispettivamente 37,3 e 36,2€/MWh. È inoltre di questi ultimi giorni la notizia che l’Autorità per l’Energia( ARERA), nell’aggiornamento trimestrale, ha rivisto i prezzi dell’energia elettrica in “maggior tutela” in discesa del 18,3%, ovvero a 16,08 cent di euro per kWh tasse incluse, e quelli del gas in servizio di tutela del 13,5% a 64,54 cent di euro al metro cubo. Un piccolo risparmio quindi per le famiglie italiane, già flagellate dal rallentamento dell’economia e dalle restrizioni della pandemia, in attesa di un pronto recupero.
Un piccolo applauso, ancora una volta, a tutti gli operatori dei servizi energetici che con il loro lavoro garantiscono la fornitura essenziale di energia elettrica e gas alle famiglie, alle imprese ancora funzionanti e sopratutto agli ospedali.