Dopo oltre dodici ore di negoziato, le istituzioni Ue hanno raggiunto l’accordo che prevede restrizioni alla commercializzazione e all’uso di oggetti monouso in plastica. Dal 2021 saranno vietati posate e piatti, cannucce, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (come le scatole di fast food), bastoncini di cotone per i prodotti dell’igiene tipo cotton fioc. Per altri prodotti ci saranno obiettivi di riduzione. Per le bottiglie in Pet per bevande, per esempio, viene fissato un obiettivo vincolante di almeno il 25% di plastica riciclata dal 2025 in poi, calcolato come media per lo Stato membro. Ma cosa dicono le associazioni ambientaliste? Il WWF ricorda che l’Italia ha già vietato l’utilizzo di shopper di plastica per la spesa dal primo gennaio 2011, dall’inizio del 2018 ha vietato l’uso di sacchetti di plastica per gli alimenti,dal primo gennaio 2019 sarà vietato l’uso di bastoncini di plastica cotonati e dal primo gennaio 2020 l’uso di microplastiche nei cosmetici. “Il nostro Paese ancora una volta può anticipare i tempi, secondo quanto richiesto nella nostra petizione on-line che ha già raccolto oltre 600mila firme – sottolinea il WWF – Ora si tratta di anticipare nel provvedimento plastic free i contenuti della direttiva che deve approdare nel Parlamento europeo per il passaggio finale, come richiesto nella Petizione WWF“. Secondo Greenpeace invece: “Quello lanciato dall’Unione europea è un segnale importante che risponde alle richieste e alle preoccupazioni di migliaia di cittadini. Ancora, però, si è lontani da una vera soluzione. Non introducendo misure vincolanti per gli Stati membri per ridurre il consumo di contenitori per alimenti, e ritardando di quattro anni l’obbligo di raccogliere separatamente il 90 per cento delle bottiglie in plastica, l’Europa regala così alle grandi multinazionali la possibilità di fare ancora enormi profitti con la plastica usa e getta a scapito del Pianeta.Il testo approvato in Europa lascia ampi margini al nostro governo per rafforzare ulteriormente la normativa. Ci auguriamo che il ministro Costa, nel recepimento della direttiva, si impegni a responsabilizzare ulteriormente i produttori e a ridurre ulteriormente la produzione di plastica monouso che minaccia i nostri mari“
