SENZA PACE LA TERRA DEI FUOCHI

Non c’è davvero pace per la Terra dei Fuochi, che in questi ultimi giorni sta vivendo uno dei momenti più bui di sempre, tra l’incendio in una fabbrica di lavorazione di pneumatici a Battipaglia, quello di una fabbrica di componenti di batterie ad Avellino e quello registrato nell’ex Cava Fiengo di Ercolano, dove un tempo venivano smaltiti rifiuti. Ed risale a qualche giorno fa l’arresto di due persone a Marcianise con l’accusa di gestione illecita di rifiuti e inquinamento ambientale perché all’interno di un sito di stoccaggio sono stati rinvenuti rifiuti di vario genere seppelliti nel terreno, per “contenere” i costi di smaltimento. Grazie alle operazioni di campionamento del terreno, si è rilevato che vi fossero scarti derivanti da costruzioni e demolizioni, oltre a rifiuti urbani non differenziati con il terreno stesso risultato contaminato da livelli anomali di antimonio, un elemento chimico potenzialmente cancerogeno ed estremamente pericoloso per la salute. A proposito degli incendi scoppiati in Campania, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha affidato il suo pensiero ad un tweet: “La #Campania è sotto attacco e stiamo lavorando senza sosta. Sono in contatto costante con ministri competenti, con ISPRA e con le autorità del posto. È una #guerra, e dobbiamo vincerla

TERRA DEI FUOCHI: IL MINISTRO COSTA CHIEDE A SALVINI DI MANTENERE QUANTO PROMESSO

Dalle pagine del Corriere della Sera, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, lancia un appello al suo collega di Governo e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Chiedo al ministro dell’ Interno Matteo Salvini di occuparsi della Terra dei fuochi. Una settimana fa ho scritto anche al premier Giuseppe Conte per questo. Per chiedergli di convocare la cabina di regia istituita per la Terra dei fuochi” sottolinea Costa, ricordando che “ Io ho fatto tutto quello che dovevo fare. E non solamente io: Di Maio ogni settimana sta facendo i controlli sulle produzioni illecite in nero. Il ministro Trenta ha fatto un accordo con l’ Aeronautica militare affinché dall’aereoporto di Grazzanise gli aerei militari che fanno addestramento partano con apparecchi ultra tecnologici per fotografare e monitorare il territorio. Il ministro Grillo sta operando per fare epidemiologia con i medici di base e con l’ Istituto superiore di Sanità. Nel novembre 2018 è stata istituita una cabina di regia per prevenire questo odioso fenomeno dei rifiuti tossici, e ad oggi ognuno ha fatto il suo, tranne il ministro dell’Interno” sottolinea con un po’ di rammarico Costa, il quale chiarisce che Salvini doveva realizzare “il presidio del territorio, il ministro dell’Ambiente non ha il potere sulle forze di polizia” e poi spiega: “Statisticamente i roghi avvengono sempre alla stessa maniera. Si sa dove accendono i fuochi, a che ora, con quale modalità. Per prevenirli bisogna fare quindi degli appostamenti, e poi arrestarli e portarli in galera. Ma quelli non li posso certo fare io“.

PARTE IL “PIANO D’AZIONE SULLA TERRA DEI FUOCHI”

Si chiama “Piano d’azione sulla Terra dei Fuochi” il documento che il premier Conte e sette ministri (fra i quali Luigi Di Maio e Matteo Salvini) hanno firmato questa mattina presso la Prefettura di Caserta. Il Presidente del Consiglio sul proprio profilo Facebook ha scritto: “Su impulso del nostro ministro all’Ambiente Sergio Costa e con la piena condivisione di tutti i ministri, presenteremo un programma concreto di interventi nella lotta a fenomeni come discariche abusive, interramento di rifiuti, roghi tossici e qualsiasi altra forma di violazione del territorio”. Il Piano prevede che l’esercito vada immediatamente a presidiare quei siti di lavorazione dei rifiuti che, secondo le prefetture di Napoli e Caserta, sono a rischio di incendi dolosi. Cento carabinieri esperti in indagini ambientali saranno distaccati sul territorio, per rafforzare l’attività di intelligence e repressione: “Saranno presidiati i siti di stoccaggio a maggior rischio:” ha spiegato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Altro punto focale del Piano sarà la chiara definizione dei ruoli e delle competenze dei vari organi dello Stato e di come devono confrontarsi fra di loro: il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha spiegato: “E’ un piano d’azione, non un protocollo d’intesa, un accordo di programma. E’ una cosa che mostra i muscoli dello Stato in tutte le sue declinazioni. Il cittadino deve sapere in ogni momento che, se accade una cosa, avrà delle risposte, e da chi. E coloro che rappresentano la pubblica amministrazione, devono sapere come colloquiare fra di loro”. Il Piano coinvolge i medici di base e i pediatri: “Loro sono le prime sentinelle della salute – ha commentato Costa -. Noi vogliamo che questi medici pediatri e di base siano presenti in questo grande coordinamento”.

DOPO IL ROGO DI MILANO, IL MINISTRO COSTA DICHIARA: “ANCHE LA LOMBARDIA TERRA DEI FUOCHI”

Insieme al rogo sta divampando anche una polemica intorno all’ennesimo incendio doloso che colpisce un deposito di rifiuti in Lombardia: è lo stesso Ministro dell’Ambiente a denunciare: “La guerra dei rifiuti in Lombardia  è una battaglia che intendiamo combattere con fermezza e risolutezza da subito. La Lombardia è terra dei fuochi come il resto di Italia, anche per la Lombardia stiamo scrivendo la norma Terre dei Fuochi”. Quello di Milano è infatti il 17esimo incendio che riguarda depositi del genere dall’inizio del 2018 in Lombardia. “In quel capannone i rifiuti non dovevano esserci. Evidentemente è accaduto qualcosa. Sono andati a fuoco 16 mila metri quadri di rifiuti non pericolosi” ha dichiarato l’Assessore all’ambiente della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo che però, smentendo quanto detto dal Ministro, nega che la Lombardia sia una nuova Terra dei fuochi. La Procura nel frattempo ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di incendio al momento a carico di ignoti.

 

COSTA: PRESTO MAPPA DELLE ATTIVITA’ A RISCHIO AMBIENTALE

Non solo misure restrittive per chi commette reati ambientali, come aveva annunciato il Ministro Costa al termine di una riunione in prefettura a Napoli, ma una vera e propria mappa delle attività a rischio ambientale: questa l’ulteriore novità annunciata dal titolare del Ministero dell’Ambiente, spiegando che la suddetta mappatura verrà inserita nella Legge sulla Terra dei Fuochi che è in via di stesura e “sarà presso le prefetture, che rappresentano Stato e governo sul territorio. Se l’imprenditore vuole gestire un’attività a rischio ambientale, deve dare garanzie che è solvibile con le fidejussioni,” Le garanzie fideiussorie, infatti, daranno la certezza che una volta dismesso il sito l’imprenditore abbia il denaro necessario per metterlo in sicurezza e farlo bonificare, evitando così che la spesa ricada su tutta la collettività.

TERRA DEI FUOCHI: COSTA: SI E’ FATTO MOLTO MA BISOGNA FARE DI PIU’

Nel 2012 i roghi nella Terra dei Fuochi erano 8 al giorno, nel 2018 sono scesi a 3, ma ovviamente il Ministro Costa -pur esprimendo soddisfazione per l’ottimo lavoro delle Forze dell’Ordine – non può accontentarsi ed infatti al termine della riunione che si è svolta sull’argomento presso la Prefettura di Napoli, il titolare del Ministero dell’Ambiente ha annunciato una nuova legge che prevederà “prevenzione, bonifica e repressione”. Sarà, inoltre, contemplato “il Daspo per chi inquina, ha spiegato Costa: ” “E’ stato fatto un bel percorso, ma non mi accontento, perché 3 roghi al giorno sono ancora troppi e per questo motivo ho chiesto ai Prefetti di Napoli e Caserta di convocare ogni tre settimane un Comitato per l’Ordine pubblico e la sicurezza su tematiche di tutela ambientale”.

SKY TG 24: RISCHIO NUOVA TERRA DEI FUOCHI AL NORD

Secondo un servizio andato in onda su Sky TG24 qualche giorno fa – e passato quasi sotto silenzio – nel nord Italia si rischierebbe una nuova Terra dei Fuochi a causa dei reati commessi nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti. A far partire la denuncia è quanto scritto nell’ultima relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti, secondo la quale negli ultimi tre anni il 47,5% degli incendi avvenuti all’interno di impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti è avvenuto al Nord, e di questi il 20% è di origine dolosa.Quello degli incendi negli impianti di rifiuti è un fenomeno balzato all’attenzione pubblica soprattutto nel 2017 dopo quello di Pomezia. In realtà sono stati oltre 250 nell’ultimo triennio, censiti dalla Commissione d’inchiesta sulla base delle segnalazioni ricevute dalle Arpa (Agenzie regionali protezioni ambiente). Inoltre leggendo gli atti della Commissione emerge chiaramente che molti degli incendi che avvengono all’interno degli impianti, non vengono segnalati alle Autorità competenti, ma “risolti in proprio”: “Si verifica cioè che gli incendi all’interno di impianti di trattamento di rifiuti, in occasione dei quali intervengono, nell’esercizio delle rispettive competenze, Vigili del fuoco e agenzie regionali per l’ambiente, in alcuni casi non vengono segnalati come notizie di reato alle procure della Repubblica territorialmente competenti: si tratta di non meno di un terzo dei casi, ma si deve ritenere che il numero possa essere maggiore, in forza della cennata interpretazione delle mancate risposte degli uffici giudiziari. La “cifra oscura” in questa materia potrebbe rivelarsi ulteriormente amplificata dalla “gestione domestica” di alcuni eventi da parte delle aziende interessate, senza il coinvolgimento dei Vigili del fuoco e degli organi di controllo ambientale, nonostante l’incidenza di questo tipo di eventi sull’ambiente….Circa la metà degli eventi – prosegue la Commissione della sua relazione – ha dato luogo a procedimenti penali a carico di ignoti, che tali, nella quasi totalità, sono rimasti sino all’archiviazione. L’esercizio dell’azione penale ha riguardato il 13 per cento dei casi ma a questo proposito va fatta una precisazione riguardante i reati per cui si procede. Solo in cinque casi, infatti, è stata esercitata l’azione penale per il delitto di incendio, doloso o colposo, mentre negli altri casi l’incendio è stato occasione per accertare altri reati ambientali, derivanti da irregolarità nella gestione degli impianti.”

TERRA DEI FUOCHI: APPROVATO IL DECRETO

“L’ambiente non ha colori politici”, ha dichiarato il Ministro Sergio Costa subito dopo l’approvazione del decreto sulla Terra dei fuochi che trasferisce dal ministero delle Politiche agricole al ministero dell’Ambiente tutte le competenze in materia. Un decreto che, secondo il Ministro, è solo un primo passo verso un ulteriore decreto che consenta di mettere in sicurezza le tante “terre dei fuochi” sparse nella nostra Penisola. “Adesso – ha spiegato Costa – si lavora con i gruppi parlamentari per la conversione in legge ma sono persuaso che non troveremo ostacoli perché l’ambiente non ha colori e il benessere dei cittadini e del nostro Paese devono essere priorità di tutti. Sono felice di servire i cittadini per i cittadini e per il nostro territorio negli anni martoriato”

Lo stesso decreto prevede inoltre un passaggio di competenze al ministero dell’Ambiente anche sul dissesto idrogeologico e sull’economia circolare. E su quest’ultimo punto è nuovamente intervenuto Sergio Costa, sottolineando come sia importante rimuovere gli ostacoli burocratici che rallentano la possibilità di fare impresa ambientale: “Dobbiamo operare – ha concluso Costa – dando agli imprenditori la garanzia di poter procedere bene e al cittadino la garanzia che quello che è un prodotto sano, che gli imballaggi verranno visti con uno sguardo diverso, che il prodotto verrà reimpiegato, che le materie prime-seconde potranno essere una risorsa”.