UE: 5,4 MILIARDI DI EURO ALL’ITALIA PER IL PIANO RINNOVABILI

La scorsa settimana la Commissione europea, in base alle norme UE in materia di aiuti di Stato, ha dato il via libera al piano di aiuti, del valore complessivo di 5,4 miliardi, messo a punto dall’Italia per agevolare l’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha spiegato che: “l’intervento da 5,4 miliardi di euro aumenterà il livello della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Questo è in linea con gli obiettivi ambientali dell’UE“. Secondo l’analisi condotta da Bruxelles, infatti gli interventi pubblici previsti dagli obiettivi che l’Italia si è data fino al 2021 sono “proporzionati e limitati allo stretto necessario”. Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, Davide Crippa, ha dichiarato: “La risposta positiva della Commissione rappresenta un passo importante nello sviluppo delle rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti con il Piano Nazionale Energia Clima“. Per arrivare rapidamente al concreto stanziamento degli incentivi occorrerà però che il testo venga ora firmato dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente; solo successivamente saranno attivati, a cura del Gse (Gestore Servizi Energetici), i meccanismi per accedere agli incentivi. Una breve nota a margine: proprio ieri si è aperta a Bruxelles la settimana “Europa per l’energia sostenibile”, iniziativa della Commissione europea, che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’utilizzo sostenibile dell’energia, costruire un’economia a basse emissioni di carbonio e basata sulle energie rinnovabili.

GSE: PUBBLICATO IL RAPPORTO DELLE ATTIVITA’ 2018 di Mario Gugliotta

E’ stato appena pubblicato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) il rapporto delle attività del 2018. A parte i valori assoluti in crescita dell’energia elettrica rinnovabile prodotta in Italia, per un totale di 117 TWh, è interessante sottolineare l’incremento della produzione di energia rinnovabile in confronto ai costi addebitati in bolletta (la vecchia componente A3): a fronte di una crescita dell’energia immessa di circa + 10% sul 2017, si assiste nello stesso periodo ad una riduzione di circa 0,8 miliardi di euro di incentivi erogati. I motivi sono ovviamente da legare in gran parte a molti contratti CV (Certificati Verdi) e Cip6 (il primo e più vecchio sistema di incentivazione varato nel 1992) arrivati a scadenza naturale. Gli incentivi distribuiti sono stati pari a circa 15,4 miliardi di euro, la parte del leone, con 11,6 miliardi, l’hanno fatto le FER elettriche nonostante i ritardi sull’emanazione del nuovo decreto di incentivazione. I biocarburanti, su cui si punta molto per il futuro energetico nazionale, hanno raccolto circa 0,6 miliardi di euro mentre ancora al palo ci sono l’efficienza energetica e le rinnovabili termiche (1,7 miliardi) su cui si aspetta un intervento normativo di rilancio. Infine 1,4 miliardi sono stati destinati all’Emission Trading (il principale strumento adottato dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 nei principali settori industriali, sistema che è stato introdotto e disciplinato nella legislazione europea dalla Direttiva 2003/87/CE).

RAPPORTO GSE 2018

CONOSCETE DAVVERO LE GRANDI AZIENDE ITALIANE? (di Mario Gugliotta – AD Gea srl)

In questi giorni si fa un gran parlare delle nomine ai vertici delle grandi aziende nazionali a partecipazione pubblica, dalla Cassa Depositi e Prestiti, alla RAI o alle FS. Tante Aziende, una quarantina, che devono rinnovare il CdA in scadenza o già scaduto e che vedono impegnato il Governo in trattative serrate per scegliere al meglio i nuovi amministratori e consiglieri. Ma quanto valgono le principali Aziende pubbliche o a partecipazione pubblica in termini di fatturato? Escludendo la Cassa Depositi e Prestiti che è una istituzione finanziaria, diamo qualche numero ricavato da una semplice ricerca su internet. Le aziende dei trasporti, ANAS e FS – cioè le Aziende che fanno muovere gli italiani – fatturano rispettivamente 1,8 e 9,3  miliardi di euro (Mld). La RAI, prima azienda culturale italiana, vale un fatturato di 2,8 Mld. Più alto è il fatturato di Poste Italiane che arriva a circa 30 Mld. La parte del leone la fanno le aziende del settore energia: l’ENI 55 Mld e l’ENEL ben 75 Mld, entrambe però quotate in Borsa e quindi parzialmente fuori dalla semplice logica politica di spartizione. Un ruolo importante tra le aziende a totale controllo pubblico ce l’ha invece il GSE SpA (Gestore dei Servizi Energetici), ovvero la società di Stato che, principalmente, gestisce l’erogazione degli incentivi alle energie rinnovabili e al risparmio energetico. Sapete a quanto ammonta il fatturato? A ben 30 miliardi di euro (dato di bilancio 2016). Mentre i media ci informano quotidianamente sullo sviluppo nelle nomine in RAI o in FS, meno risalto viene dato ad un settore fondamentale per l’economia nazionale, per la sicurezza energetica e per gli impegni assunti in sede internazionale dall’Italia, la nomina del nuovo CdA del GSE, una società che gestisce il triplo del fatturato delle Ferrovie dello Stato o 12 volte quello della televisione pubblica. Perché non se ne parla mai? Forse perché è un tema noioso per soli adepti, o forse perché per gestire un’azienda come il GSE servono competenze e non basta l’appartenenza politica? Di fatto aspettiamo la nomina del successore del dott. Sperandini che dovrebbe avvenire in occasione della prossima assemblea convocata per il 2 agosto. Da operatori del settore non possiamo che augurarci una nomina competente e lungimirante, che ridia ascolto ad un settore che da anni aspetta il rilancio. Il combinato disposto tra il rispetto degli impegni, l’aggiornamento e l’attuazione della SEN, nonché il dare risposta ad un mercato pronto ad un nuovo balzo in avanti, fa del GSE un Ente fondamentale per i prossimi anni, che dovrà gestire e stimolare il percorso di decarbonizzazione attraverso una transizione energetica sostenibile. Sarebbe quindi importante (e per alcuni anche interessante) dare la giusta attenzione mediatica al dibattito politico che porterà a questa nuova nomina.