A ROMA PIU’ RICICLI PIU’ VIAGGI

E’ partita a Roma la campagna “+Ricicli + Viaggi”: ogni 30 bottiglie di plastica riciclate all’interno delle macchine fornite da Coripet (Consorzio per il Riciclo del Pet) si otterrà un biglietto dell’Atac.
L’iniziativa partirà nelle stazioni metro Cipro sulla A, Piramide sulla B e San Giovanni sulla C e durerà 12 mesi, per poi eventualmente estendersi anche ad altre fermate. Ma come funziona lo scambio? Una apposita macchina installata da Coripet raccoglierà le bottiglie di plastica e trasferirà le informazioni attraverso le app My Cicero e TabNet. I passeggeri riceveranno così un ‘ecobonus’ per ogni bottiglia di qualunque formato inserita che verrà poi versato nel borsellino virtuale facendo accumulare punti, ogni bottiglia verrà valutata 5 centesimi e quindi con 30 pezzi sarà possibile acquistare un biglietto dell’ATAC.
E’ una vera e propria innovazione – ha detto la sindaca Virginia Raggi presentando l’iniziativa -. Possiamo dire di essere la prima grande Capitale europea a presentare questo sistema. Una macchina che mangia le bottiglie di plastica ed emette un credito con cui comprare i biglietti. L’economia circolare è facile da fare. In questo modo incentiviamo a fare il biglietto, addirittura riciclando la plastica“. “E’ veramente una soddisfazione poter presentare questa esperienza che è tra le prime al mondo, sicuramente tra le prime in Europa. Si parla tanto di criptomoneta, noi qua abbiamo la ‘plastica-moneta’, il rifiuto è un valore, una moneta, e con questa moneta possiamo riacquistare, con trenta bottiglie, un biglietto. L’accredito avviene direttamente sull’applicazione entro qualche minuto“, sottolinea il presidente Atac Paolo Simioni.
Molto soddisfatto anche il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che sul suo profilo facebook ha postato: “L’ideale è consumare meno plastica usa-e-getta e preferire le borracce ma in caso di necessità, ecco che da oggi a Roma possiamo scambiare le nostre bottigliette vuote con biglietti dell’ATAC. È un progetto sperimentale inaugurato oggi nella capitale. Complimenti al sindaco Virginia Raggi“.

INAUGURATI A CASERTA CAMPI DI CALCIO E CALCETTO REALIZZATI CON PNEUMATICI RICICLATI

Sono stati inaugurati a Caserta dal ministro per l’Ambiente Sergio Costa il primo campo di calcio e il primo campo di calcetto realizzati con  pneumatici fuori uso che contengono oltre 87 tonnellate di gomma riciclata (83 tonnellate nel campo di calcio, 4,3 in quello di calcetto). I lavori di realizzazione erano iniziati il 9 aprile e sono terminati il 28 giugno scorso. L’opera era prevista da un protocollo firmato nel giugno 2013 da Ecopneus con il Ministero dell’Ambiente, le prefetture di Napoli e Caserta e l’Incaricato del Ministro dell’interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania; un protocollo che ha già permesso di realizzare impianti sportivi in zone degradate del napoletano, come a Scampia e al Parco Verde di Caivano: “Qui a Caserta – ha dichiarato Costa – abbiamo il primo campo regolamentare di calcio in erba sintetica realizzato grazie agli pneumatici fuori uso, che se non raccolti, li avremmo trovati in fiamme per strada. Questa è l’economia circolare che ci piace. In totale – ha spiegato il Ministro – in decine di Comuni tra Napoli e Caserta ricadenti nella Terra dei Fuochi sono stati raccolti 22mila tonnellate di pneumatici fuori uso, che abbiamo poi rimesso in circolo attraverso un uso sociale. Questa inaugurazione dimostra l’efficacia del Protocollo: lo Stato può camminare insieme agli imprenditori nella lotta agli illeciti ambientali. Ci guadagniamo tutti, dalle istituzioni agli imprenditori onesti ai cittadini. Da ora posso dire che il Ministero continuerà a collaborare con Ecopneus, e che queste soluzioni da noi adottate le sto proponendo anche ai Ministri dell’Ambiente dell’Ue, dove l’Italia ha un posto di primo piano“. Grande soddisfazione anche per Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus.”Siamo onorati di aver contribuito a lasciare sul territorio nuovi segni concreti delle attività del Protocollo. La gomma riciclata è un materiale ideale per il mondo dello sport e quelli inaugurati oggi sono campi sportivi all’avanguardia. Siamo convinti della necessità di iniziative come questa di Caserta, per ribadire che le criticità ambientali possono essere affrontate e risolte con successo

ECONOMIA CIRCOLARE: ACCORDO TRA ENEA E ACEA

L’Amministratore Delegato di Acea Stefano Donnarumma e il Presidente dell’Enea – Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, Federico Testa, hanno firmato un Protocollo d’intesa per avviare una collaborazione per lo sviluppo di progetti nell’ambito dell’economia circolare, con particolare riguardo alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti e della risorsa idrica. Nel dettaglio, Enea metterà a disposizione di Acea le competenze scientifiche, le piattaforme e le infrastrutture dei suoi 14 centri di ricerca allo scopo di fornire tecnologie e soluzioni innovative da applicare ai progetti relativi soprattutto al trattamento dei rifiuti. Saranno sviluppate, ad esempio, soluzioni tecnologiche innovative per ridurre gli impatti ambientali. L’Amministratore delegato di Acea Stefano Donnarumma ha commentato: “Siamo molto soddisfatti dell’avvio di questo percorso con Enea, il più importante ente pubblico italiano nel settore della ricerca e innovazione tecnologica con rilevanza internazionale. Sono certo che i nostri processi industriali beneficeranno dell’importante valore portato da Enea, in termini di maggiore efficienza operativa, resilienza e minore impatto sui territori in cui operiamo”. Grande soddisfazione anche da parte dell’altro partner, il Presidente di Enea, Federico Testa ha infatti dichiarato: “Quest’intesa con la maggiore multiutility del centro sud Italia per lo sviluppo di progetti nel settore dell’economia circolare apre prospettive di grande interesse a livello strategico e operativo con ricadute di rilievo per il territorio. Ad Acea daremo tutto il supporto scientifico e tecnologico necessario e favoriremo l’inserimento nei network europei e nella piattaforma nazionale ICESP- Italian Circular Economy Stakeholder Platform, coordinata da Enea”.  Il protocollo ha una durata di quattro anni e prevede che lo svolgimento delle singole attività sia regolato da specifici accordi tra le parti che ne determineranno i dettagli attuativi e operativi.

ECONOMIA CIRCOLARE: L’ITALIA AL PRIMO POSTO IN EUROPA

Italia batte Germania 103 a 88 in economia circolare. Il nostro Paese è sempre in pole position nelle classifiche europee dell’indice complessivo di circolarità, ovvero il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo, gestione rifiuti. Al secondo posto nella classifica delle cinque principali economie europee troviamo ancora ben distanziati il Regno Unito (90 punti), seguito da Germania (88), Francia (87), Spagna (81). la nostra corsa verso i traguardi della circolarità rischia però di arrestarsi, mentre quella degli altri grandi Paesi del continente sta prendendo slancio anche grazie al nuovo pacchetto di direttive approvato nel luglio scorso. L’Italia, in confronto alle valutazioni 2018, ha infatti conquistato solo 1 punto in più (l’anno scorso infatti l’indice complessivo di circolarità era di 102 punti), mentre ci sono Paesi che hanno raggiunto risultati più grintosi: la Francia, per esempio, che aveva totalizzato 80 punti ne ha aggiunti 7; o la Spagna, che ha scalato la classifica partendo dai 68 punti della scorsa annualità, guadagnandone ben 13. E’ questo il quadro che emerge dal primo rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2019, realizzato dal Circular economy network (la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e 13 aziende e associazioni di impresa) e dall’Enea. Secondo il decalogo messo a punto dal primo rapporto sull’economia circolare occorre quindi “implementare una Strategia nazionale e un Piano d’azione per l’economia circolare per affrontare carenze e ritardi, migliorare l’utilizzo degli strumenti economici attraverso la responsabilità estesa dei produttori, valutare gli incentivi pubblici esistenti, e un riequilibrio del prelievo fiscale; tra le altre cose o promuovere la bioeconomia, assicurare la sicurezza alimentare e l’agricoltura di qualità, estendere l’economia circolare negli acquisti pubblici con l’utilizzo dei Green public procurement, programmi per le città di rigenerazione urbana, attivare rapidamente le pratiche di end of waste (con i decreti che coinvolgono circa 7.000 imprese italiane

SINTESI RAPPORTO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

ECONOMIA CIRCOLARE: MANCANO LE NORME

“Investire nell’economia circolare conviene allo Stato, all’ambiente e alla salute dei cittadini, ma ancora oggi manca una normativa”: questa la denuncia di Legambiente in occasione del convegno “La corsa ad ostacoli dell’economia circolare in Italia”. Il 33% dei rifiuti urbani e speciali (pari a circa 55 milioni di tonnellate, su un totale di 165 milioni, che comprende anche quelli pericolosi) – ad esempio prodotti assorbenti per la persona, rifiuti da costruzione e demolizione, plastiche miste e carta da macero, ma anche oli di frittura – sono in attesa dei decreti “End of waste (Eow)” per semplificare il loro riciclo, sottraendoli alla discarica legale o abusiva e agli inceneritori. “Il quadro legislativo è inadeguato e contraddittorio”, dice l’associazione ambientalista, che sollecita l’approvazione delle norme sull’End of waste e auspica più impianti per il riciclo e il riuso, rendendo autosufficienti le regioni. È urgente anche garantire più controlli lungo tutta la filiera dei rifiuti, urbani e speciali, per combattere la concorrenza sleale e i traffici illeciti nonché una più incisiva azione di controlli a tappeto sul territorio nazionale per contrastare, ad esempio, la vendita dei sacchetti fuori legge, garantire il rispetto del bando dei cotton fioc non compostabili, valutare la regolarità delle fideiussioni degli impianti di gestione rifiuti. “Il 2018 – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – è stato l’anno dell’approvazione del pacchetto europeo sull’economia circolare, ma il 2019 dovrà essere un anno determinante per la sua attuazione. Perché questo avvenga è necessario però rimuovere gli ostacoli non tecnologici che nel nostro Paese sono ancora presenti. L’economia circolare non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti ancora dislocate in Italia, vuol dire creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio, ma bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione. Occorre approvare al più presto i decreti End of waste: il riciclo dei rifiuti va semplificato al massimo altrimenti il rischio di dover aumentare i rifiuti di origine domestica o produttiva in discarica, al recupero energetico o all’estero diventa sempre più concreto”

ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA

Esce in questi giorni nelle librerie “Economia circolare in Italia” a cura di Duccio Bianchi: il primo bilancio sull’economia circolare nel nostro Paese, dal quale emerge una realtà fatta di un fatturato di 88 miliardi di euro e di circa 575.000 posti di lavoro.

Questo il sommario di tutti gli argomenti trattati:

1. Bilancio dell’economia circolare in Italia
1.1 La dimensione dell’economia circolare in Italia
1.2 Le prestazioni di eccellenza dell’economia circolare del sistema Italia
1.2.1 Produttività d’uso delle risorse e consumo di materia
1.2.2 Il tasso di utilizzo della materia seconda nell’economia (tasso di circolarità d’uso)
1.2.3 L’Italia leader nel riciclo dei rifiuti
1.3 Il contributo del riciclo alla riduzione del riscaldamento globale e dei consumi energetici
1.4 Un nuovo pilastro dell’economia circolare: risparmio e riciclo delle acque
1.5 I principali dati del sistema dell’economia circolare in Italia
1.5.1 Le attività di manutenzione e riparazione
1.5.2 Prevenzione: riuso e noleggio di beni
1.5.2.1 La raccolta dei rifiuti finalizzata al riciclo
1.5.2.2 Preparazione al riciclo
1.6 L’industria manifatturiera di riciclo delle materie seconde
1.7 Il ciclo idrico

2. Sfide e politiche per il futuro dell’industria italiana del riciclo
2.1 La globalizzazione del riciclo sembra aver raggiunto il suo culmine, e la domanda dei paesi emergenti non cresce più
2.2 Una politica industriale per la filiera del riciclo
2.3 Una revisione fiscale per l’economia circolare e del riciclo
2.4 Rendere efficace e monitorare l’implementazione del GPP e dell’integrazione dei CAM negli appalti
2.5 Fare sistema tra raccolta, ricerca, industria per ampliare i mercati del riciclo con innovazione industriale
2.6 I soggetti della futura fase del riciclo: non smantellare l’esistente, ma dargli una nuova missione per l’economia circolare

3. L’economia circolare in Italia
3.1 Le componenti dell’economia circolare
3.1.1 Prevenzione e riuso
3.1.2 Manutenzione e riparazione
3.1.3 Produzione, raccolta, trattamento e riciclo dei rifiuti: i numeri di base
3.1.4 Il settore della raccolta finalizzata al riciclo
3.1.5 L’industria di preparazione al riciclo
3.1.6 L’industria manifatturiera di riciclo

4. Valutazione economica dell’industria manifatturiera del riciclo 
4.1 Ciclo idrico
4.2 Servizi di noleggio
4.3 Altri servizi

5. Il contributo del riciclo alla riduzione del riscaldamento globale e dei consumi energetici