RECORD DI CO2 NELL’ARIA, MENTRE IN ITALIA CALA ANCHE LA PRODUZIONE DI ENERGIA PULITA

Secondo gli esperti dell’osservatorio gestito dalla Scripps Institution of Oceanography, mai come adesso c’è tanta CO2 in atmosfera, con la quantità che ha superato le 415 parti per milione (la soglia di sicurezza era di 350 ppm): il livello più alto degli ultimi 800mila anni, il periodo di cui è stato possibile ricavare la misura. Dall’inizio delle registrazioni, intorno agli anni ’60, il valore è stato sempre in aumento: agli inizi del Novecento il livello era 300 ppm, mentre i 400 ppm sono stati superati stabilmente nel 2016 e, nell’aprile del 2017, erano stati superati i 410. C’è da dire che questo dato era stato ampiamente previsto: un team di scienziati britannici del Met Office Hadley Centre infatti formula ogni anno una stima del livello a partire dai dati sulla produzione dei fattori che influenzano la quantità in atmosfera e, secondo il rapporto di quest’anno, il valore doveva toccare i 415 ppm proprio a maggio. Il tasso – sempre secondo questo rapporto – è destinato a ridimensionarsi tra qualche mese, a seguito della crescita delle piante, ma tornerà a salire in autunno e inverno, periodo in cui si teme un nuovo record. In Italia nel frattempo, secondo il Rapporto di Legambiente Comuni rinnovabili 2019 cala, per la prima volta dopo 12 anni, la produzione di energia da fonti rinnovabili – in particolare solare, eolico e bioenergie – e vanno lentissimi gli investimenti nel settore, sia perché non ci sono più incentivi a sostenerlo, sia per le barriere autorizzative ai progetti nei territori. Da qui l’appello di Legambiente: “E’ il momento delle scelte: Governo e Parlamento si impegnino a recepire entro il 2019 la direttiva europea sulle comunità energetiche e l’autoproduzione da fonti pulite, nell’interesse dei cittadini, delle imprese, del clima“. Se riuscissimo a rispettare “l’Accordo di Parigi sul clima” – fra i cui obiettivi c’è la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra al 2030 – i benefici – sottolinea Legambiente – sarebbero pari a 5,5 miliardi di euro all’anno e alla creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro.

CRESCE L’ALLARME PER L’AUMENTO DI ANIDRIDE CARBONICA

Le emissioni globali di CO2 – dovute alla produzione di energia – si sono impennate nel 2018 dopo essere rimaste stabili tra il 2014 e il 2016. Non solo: tramite una circoscritta analisi al computer basata sugli ultimi 3 milioni di anni della storia climatica della Terra, un gruppo di scienziati tedeschi conferma tutte le problematiche relative alla presenza dei gas serra nella nostra atmosfera rispetto ai tempi più o meno “recenti”. Nello specifico, secondo la loro simulazione, la quantità di CO2 nell’atmosfera oggi è la più alta tra quelle registrate negli ultimi 3 milioni di anni. La ricerca è su Science Advances. L’aumento dell’anidride carbonica – come specifica La Repubblica – è cominciato più o meno nel 1750 (inizio della rivoluzione industriale), a partire da circa 280 particelle per milione, nel 1958, quando sono iniziate le misurazioni, eravamo a 315. Nel 2013 abbiamo superato l’asticella delle 400, con la temperatura media del pianeta che è già aumentata di un grado. L’aver superato la soglia delle 400 ppm di CO2 non porterà, secondo gli scienziati, ad un immediato innalzamento del livello degli oceani simile a quelli del Pliocene (ultima volta che era stata superata la barriera delle 400 parti per milione),  ma a meno che il livello di anidride carbonica nell’atmosfera non venga fatto diminuire in maniera sostanziale, presto o tardi si avranno degli effetti gravi sul clima e il limite di 1,5-2 gradi di riscaldamento fissato dagli accordi di Parigi verrà sicuramente superato.