Ieri sera, vi avevamo segnalato quanto dichiarato dal Ministro dell’Ambiente Costa al termine del Consiglio dei Ministri circa la necessità di modificare l’art. 35 dello Slocca Italia, ma cosa dice esattamente questa norma sugli inceneritori e perché Costa vuole cambiarla? Pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 233 del 5 ottobre 2016, il decreto legge prevede tra l’altro che “il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con proprio decreto, individua a livello nazionale la capacita’ complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale, con l’indicazione espressa della capacita’ di ciascun impianto, e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalita’ di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale”. Cosa ha indotto il Ministro dell’Ambiente a decidere di cambiare la norma? Come al solito l’ennesimo conflitto tra leggi dello Stato e leggi regionali: nel caso specifico la legge della Regione Marche n. 22 del giugno 2018 che vieta la combustione dei rifiuti e del CCS sul territorio marchigiano (ad eccezione del biometano), bloccando di conseguenza la realizzazione del nuovo termovalorizzatore voluto dal precedente governo, legge regionale che è stata impugnata dal Ministro: ” La legge n. 22 della Regione Marche presenta evidenti profili di incostituzionalità- ha dichiarato il Ministro – e bloccarla non significa essere a favore dell’incenerimento: proprio perché la competenza è statale, ho dato disposizione agli uffici legislativi affinché sia modificato l’art.35 dello SbloccaItalia contro cui tantissimi cittadini e comitati si sono sempre battuti. È arrivato il momento di non puntare più sull’incenerimento ma sulla differenziata di qualità e sull’economia circolare”.