OMS: ANCORA POCA INFORMAZIONE SULLA PRESENZA DI MICROPLASTICHE NELL’ACQUA POTABILE

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L’Organizzazione mondiale della Sanità, agenzia speciale dell’ONU per la salute, a cui aderiscono 193 nazioni, ha pubblicato il rapporto “Microplastics in Drinking Water”, in cui chiede un’ulteriore valutazione della presenza di microplastiche  nelle acque che beviamo e delle loro conseguenze sul nostro organismo. Le microplastiche provengono dalla degradazione di oggetti e tessuti sintetici che entrano nel ciclo dell’acqua potabile, ad esempio attraverso le acque reflue o scarichi industriali, ma “anche le stesse bottiglie di plastica e i tappi possono esserne fonte”. Comprendono una vasta gamma di materiali, con diverse composizioni chimiche. I potenziali pericoli associati alle microplastiche presenti nell’acqua potabile, osserva l’Oms, sono di tipo fisico (collegato al loro accumulo) e chimico (collegato alla loro tossicità), ma vi è anche la possibilità che possano essere veicolo per l’ingestione di microbi patogeni.  L’Oms insiste sul fatto che i dati sulla presenza di microplastiche nell’acqua potabile sono attualmente limitati, con pochi studi affidabili, e che questi sono difficili da confrontare, il che rende più difficile l’analisi dei risultati. L’Oms invita pertanto i ricercatori a condurre una valutazione più approfondita utilizzando metodi standard. “In base alle informazioni limitate che abbiamo – afferma Maria Neira, direttore del Dipartimento di sanità pubblica e ambiente presso l’Oms – le microplastiche nell’acqua potabile non sembrano rappresentare un rischio per la salute ai livelli attuali. Ma abbiamo urgentemente bisogno di saperne di più”. E’ necessario quindi, chiedono gli esperti dell’Oms, sviluppare “metodi standard per misurare la presenza e per studiarne le fonti, così come per valutarne le conseguenze sull’organismo. Come ha spiegato il medico dell’OMS Bruce Gordon a BBC News, in alcuni studi si parla di campioni d’acqua in cui sono presenti 1.000 microparticelle per litro, altri parlano di una sola particella per litro: queste differenze potrebbero semplicemente dipendere dal tipo di filtro usato dai ricercatori per raccogliere i campioni. Quel che è certo però è che – secondo il rapporto – se le emissioni di plastica nell’ambiente continuassero al ritmo attuale, le microplastiche potrebbero presentare rischi diffusi per gli ecosistemi acquatici in un secolo, il che non sarà senza conseguenze per la salute umana. “Dobbiamo fermare la crescita dell’inquinamento da plastica in tutto il mondo“, ha concluso Maria Neira.

MICROPLASTICS IN DRINKING WATER