Presentato nei giorni scorsi il Rapporto Rifiuti urbani 2019 realizzato dall’ISPRA: sempre più rifiuti urbani da gestire – mezza tonnellata a testa nel 2018 – che finiscono sempre meno in discarica (ma fa eccezione il Centro); la raccolta differenziata conferma il trend di crescita che si attesta al 58,1% – con sette regioni su venti che arrivano al 65% di differenziata fissato dalla normativa, in particolare con un salto in avanti per Sicilia e Molise – ma cresce anche il costo ed è al Centro che si paga di più. Vola la raccolta dell’organico ma poi non tutte le regioni hanno gli impianti adeguati per trattarlo e così i rifiuti continuano a viaggiare e vengono quindi esportate all’estero 500 mila tonnellate di rifiuti. Nel 2018 quindi, la produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta a quasi 30,2 milioni ditonnellate, con una crescita del 2% rispetto al 2017. Dopo il calo rilevato nel 2017, il dato di produzione supera quindi nuovamente i 30 milioni di tonnellate, riallineandosi al valore del 2016. I valori più alti di produzione pro capite si osservano, come nelle precedenti annualità, per il Centro, con 548 chilogrammi per abitante, in aumento di oltre 10 chilogrammi per abitante rispetto al 2017. Il valore medio del nord Italia si attesta a circa 517 chilogrammi per abitante, in crescita di 14 chilogrammi per abitante rispetto al 2017, mentre il dato del Sud si attesta a 449 chilogrammi per abitante, con un aumento di 7 chilogrammi.
La produzione pro capite di questa macro area risulta
inferiore di quasi 51 chilogrammi per abitante rispetto al dato nazionale e di quasi 100 chilogrammi in raffronto al valore medio del Centro. Relativamente alle singole frazioni merceologiche, si registra una raccolta della frazione organica pari a quasi 7,1 milioni di tonnellate, con un aumento del 6,9% rispetto al 2017. La frazione organica è costituita dall’insieme dei quantitativi di rifiuti biodegradabili prodotti da cucine e mense, dalla manutenzione di giardini e parchi, dalla raccolta presso i mercati e dai rifiuti biodegradabili destinati alla pratica del compostaggio domestico (questi ultimi non sono conferiti al sistema di raccolta). Il 67,6% è costituito dalla frazione umida da cucine e mense (circa 4,8 milioni di tonnellate), il 28,2% (quasi 2 milioni di tonnellate) dai rifiuti biodegradabili provenienti dalla manutenzione di giardini e parchi, il 3,3% (237 mila tonnellate) dai rifiuti avviati al compostaggio
domestico e lo 0,9% (circa 63 mila tonnellate) dai rifiuti dei mercati.