Sembra che in pochi siano interessati a raggiungere l’obiettivo che era stato concordato nel 2015 a Parigi e cioè quello di contenere l’aumento della temperatura globale, se è vero che, ad esempio in Inghilterra – secondo quanto denunciato dalla Bank of England – sono appena il 10% le banche britanniche che stanno programmando in modo adeguato azioni per mitigare i rischi per il loro business legati ai cambiamenti climatici. A conferma di ciò c’è un dato preoccupante: ad oggi l’obiettivo di Parigi è già fortemente a rischio: secondo l’IPCC – Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change) nato allo scopo di studiare il riscaldamento globale – dall’inizio dell’era industriale le attività umane hanno provocato l’aumento della temperatura globale di 1°C. e dato ancor più allarmante, agli attuali ritmi – entro il 2030 – l’aumento della temperatura media globale sarà superiore agli 1,5 °C. Probabilmente a molti sembrerà una variazione minima, di cui non tener conto…in realtà gli effetti del cambiamento in atto stanno causando una serie di eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, oltre all’innalzamento del livello del mare e della spaventosa riduzione dei ghiacci marini artici. Il rapporto, stilato da esperti di 40 paesi diversi sarà un punto di partenza fondamentale per la Conferenza del clima dell’Onu il prossimo dicembre (Cop24), e sarà il riferimento per i governi nel rilanciare i propri piani di azione sul clima.