GOVERNO: MARCIA INDIETRO SULLA PLASTIC TAX

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A fare l’annuncio è stato direttamente il Presidente del Consiglio Conte che, nel corso di un’intervista live con l’Adnkronos, in merito alla tanto discussa plastic tax ha dichiarato: “Ci siamo resi conto che c’erano delle criticità sulla plastic tax e sulle auto aziendali e abbiamo trovato le coperture. La nostra finalità – ha spiegato il Premier – è quella di favorire la transizione energetica e il Green New Deal, ma se sbagliamo tempi, se sbagliamo a modulare le misure, per le imprese ci sono delle ricadute negative che vogliamo evitare”. A conferma delle parole di Giuseppe Conte ha fatto seguito anche la dichiarazione del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: “Abbiamo avuto un tavolo con tutti gli operatori della filiera della plastica e abbiamo deciso di lanciare un tavolo permanente per un grande piano nazionale della plastica, parte del quale è una rimodulazione profonda della misura che la riduce sensibilmente e soprattutto non tocca più il ciclo e quindi diventa un incentivo al riciclo.

Ma come funziona la plastic tax negli altri Paesi europei? L’OCSE, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa AGI: in diversi Paesi Ue infatti sono in vigore tasse sulla plastica, o meglio, su determinati tipi di plastica e su determinati usi della plastica, come quella destinata agli imballaggi. Stati membri dell’organizzazione – come Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Paesi Bassi e Slovenia – hanno infatti scelto anche la leva fiscale per modificare il comportamento dei cittadini in questo settore. Per esempio, la tassa sugli imballaggi in Belgio è di 3,6 euro al chilogrammo per le posate usa e getta di plastica, mentre è di 3 euro al chilo per le borse di plastica monouso. In Francia, la tassa è di 6 centesimi di euro per borsa; in Irlanda di 0,22 euro; in Portogallo di 0,08 euro (più Iva); nel Regno Unito di 5 centesimi di euro. Una misura simile sulle borse di plastica in materiale leggero è in vigore anche in Italia, attraverso una legge del 2017 che ha recepito una direttiva europea del 2015 e che all’epoca aveva creato non poche polemiche. In Danimarca, i prodotti di packaging hanno un’imposta che va da oltre 1 euro al chilo per quelli che contengono plastica riciclata, a oltre 1,70 euro per i prodotti con plastica non riciclata. Nel Paese scandinavo sono tassate anche altre due materie plastiche, il polistirene espanso sinterizzato (Eps) e il cloruro di polivinile (Pvc), entrambi circa 2,70 euro al chilo. Nel 2018, il Regno Unito ha invece introdotto una plastic packaging tax che entrerà in vigore da aprile 2022. (Fonte AGI)