CONSIGLIO EUROPEO: VIA AL GREEN DEAL

I leader dell’Ue, durante il Consiglio europeo, hanno raggiunto un accordo per ridurre le emissioni di gas serra dell’Unione a zero entro il 2050. Nelle conclusioni si legge: “Alla luce dei dati scientifici più recenti e vista la necessità di intensificare l’azione globale per il clima, il Consiglio europeo approva l’obiettivo di realizzare un’Ue a impatto climatico zero entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi“. L’accordo è arrivato però dopo trattative lunghe e difficili, tanto che il rappresentante della Polonia ha fatto mettere a verbale che “in questa fase non può impegnarsi ad attuare tale obiettivo per quanto lo riguarda”, chiedendo inoltre precise garanzie finanziarie per salvaguardare l’economia polacca, che fa affidamento sul carbone per l’80% del fabbisogno energetico. Uno dei motivi di maggior conflitto è la decisione su come verrà impiegato bilancio settennale dell’Ue per finanziare l’azione per il clima: i membri del blocco dell’Europa centrale e orientale chiedono fondi aggiuntivi, cercando di preservare i cosiddetti fondi di coesione destinati ad aiutare i Paesi più poveri per recuperare il ritardo rispetto alle controparti più ricche dell’Europa occidentale, che però si rifiutano di sborsare più denaro. La transizione, si legge infatti nelle conclusioni, richiederà notevoli investimenti pubblici e privati ed è in tale contesto che il Consiglio europeo accoglie con favore e appoggia l’annuncio della Bei che intende sostenere investimenti, per un valore di 1.000 miliardi di euro, a favore dell’azione per il clima e della sostenibilità ambientale nel periodo 2021-2030. Ma non è stato questo il solo motivo di scontro: Austria e Lussemburgo infatti si sono scontrati con la Repubblica Ceca e con la Francia circa il ruolo dell’energia nucleare, che non produce emissioni dirette di anidride carbonica ma genera rifiuti tossici, tuttavia, il compromesso tra i leader dell’Ue ha portato all’accettazione esplicita che alcuni Paesi utilizzeranno l’energia nucleare per ridurre le emissioni. Importanti saranno comunque le trattative sul bilancio comunitario 2021-2027.

 

LA CAMERA HA APPROVATO LA RISOLUZIONE PER L’EMERGENZA CLIMATICA

Com’era accaduto al Parlamento europeo a fine novembre, anche la Camera dei deputati ha approvato –   con 243 voti favorevoli, 135 contrari e 24 astenuti – la risoluzione per dichiarare l’emergenza climatica. L’atto, che ha come prima firmataria Rossella Muroni, deputata di Liberi e uguali ed ex presidentessa di Legambiente è stato sottoscritto da deputati di tutti i partiti di maggioranza e impegna l’esecutivo a dichiarare l’emergenza climatica, a rafforzare il Piano energia e clima per dare attuazione agli impegni dell’Accordo di Parigi, a tagliare gradualmente i sussidi dannosi per l’ambiente e a realizzare un piano strutturale di messa in sicurezza del territorio, mitigazione del rischio e adattamento al climate-change. “L’atto chiede al governo di attuare un programma di investimenti pubblici orientati alla sostenibilità che coinvolga i principali settori produttivi – ha spiegato la Muroni – L’esecutivo dovrà anche sostenere a livello europeo l’obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, promuovere l’economia circolare, lavorare per una mobilità e una produzione industriale attente all’ambiente. Insomma per un Green deal capace di garantire più sicurezza ai cittadini e un futuro di benessere al Paese”. Grande soddisfazione da parte dei ragazzi di Friday for Future Italia che sono scesi in piazza per chiedere al Governo un impegno contro i cambiamenti climatici e che sulla loro pagina facebook hanno scritto: “Siamo felici che le istituzioni, finalmente, dicano formalmente che ci stanno ascoltando. Ora abbiamo bisogno che agiscano, e continueremo a ricordarlo, più entusiasti di prima

COP25: ARRIVA L’AFFONDO DELLA PICCOLA GRETA

Le emergenze climatiche non sono qualcosa che avranno un impatto sul futuro, che avranno effetto sui bambini nati oggi una volta adulti, ma hanno già effetto sulle persone che vivono oggi e che oggi soffrono e muoiono a causa dei cambiamenti climatici” ha detto Greta Thunberg, aprendo la conferenza stampa organizzata da Fridays for Future durante la Cop 25 in corso a Madrid e sottolineando come i leader politici sembrano indifferenti davanti a questa emergenza. Ma non sono solo i governanti ad essere sollecitati dalla Thunberg: “Ci sono molte cose che ognuno di noi può fare nella vita quotidiana per ridurre l’impatto delle emissioni sul clima, ma soprattutto dobbiamo informare noi stessi e gli altri perché c’è una mancanza d’informazione enorme. Abbiamo bisogno di diffondere consapevolezza. È molto importante dare spazio alla scienza nei programmi scolastici, ma è importante anche educare gli adulti, perché non sempre hanno accesso alle informazioni che avrebbero bisogno di avere“.

A Madrid era presente anche il nostro ministro dell’Ambiente, Sergio Costa che, riconoscendo lo straordinario ruolo svolto da Greta Thunberg e dagli altri ragazzi di Friday for Future, ha dichiarato: “Vogliamo che il 2020 sia ricordato non solo come l’anno del rilancio dell’ambizione globale sulla sfida climatica, ma anche come l’anno in cui i giovani hanno finalmente potuto far sentire la propria voce e le proprie idee. Proprio per questo ospiteremo in Italia un importante evento mondiale sui cambiamenti climatici dedicato a loro che si svolgerà a margine della pre-Cop26, che il nostro Paese ospiterà il prossimo autunno, come stabilito nell’accordo di partenariato con il Regno Unito per la presidenza della Cop26 nel 2020. La nostra idea – ha aggiunto Costa- è quella di creare un evento che assicuri l’opportunità di avanzare proposte concrete su alcuni tra i temi più importanti nell’agenda climatica, tra cui l’aumento dell’ambizione sul raggiungimento degli obiettivi posti dall’accordo di Parigi e l’educazione al cambiamento climatico. Per noi è importante costruire un evento di alto profilo che dia la possibilità ai giovani di contribuire in maniera diretta e innovativa alle discussioni del processo negoziale“

COP 25: ANCHE PER L’ITALIA DANNI INGENTI CAUSATI DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI

I cambiamenti climatici hanno causato danni ingenti anche in Italia: è quanto emerge dal rapporto di Germanwatch, diffuso a Madrid in occasione della Cop25, infatti negli ultimi due decenni – e precisamente dal 1999 al 2018 – l’Italia ha registrato 19.947 morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi, dato che la pone al sesto posto della classifica mondiale. Nel solo 2018 gli eventi estremi hanno causato in Italia 51 decessi. Nello stesso ventennio, i cambiamenti climatici hanno causato perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari, diciottesima al mondo per numero di perdite economiche pro capite. Il rapporto di Germanwatch pone l’accento sul fatto che le condizioni meteorologiche estreme, legate ai cambiamenti climatici, stanno colpendo non solo i Paesi più poveri come Myanmar e Haiti, ma anche alcuni dei Paesi più ricchi del mondo. Nel 2018 il Paese più colpito dagli eventi estremi è infatti il Giappone, che l’anno scorso ha dovuto fare i conti con piogge eccezionali, ondate di calore e tifoni. Seguono Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda e Canada. L’Italia, nella classifica annuale, è invece ottava per perdite economiche pro-capite, e ventottesima per morti. Germanwatch ottiene i suoi dati per calcolare annualmente il Global Climate Risk Index dal database NatCatSERVICE del colosso delle compagnie di assicurazioni Munich Re e dai dati socio-economici del Fondo monetario internazionale (FMI) ed è dal 2006 Germanwatch presenta il Global Climate Risk Index alle Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Presentando il rapporto, da cui arriva la conferma che i cambiamenti climatici hanno impatti davvero disastrosi soprattutto per i Paesi poveri, Laura Schaefer di Germanwatch ha dichiarato: “Il vertice sul clima deve affrontare la mancanza di ulteriori finanziamenti per il clima per aiutare le persone e i Paesi più poveri ad affrontare perdite e danni. Sono colpiti più duramente dagli impatti dei cambiamenti climatici perché mancano della capacità finanziaria e tecnica per affrontare le perdite e danni. La conferenza sul clima deve pertanto sfociare in una decisione per determinare periodicamente le esigenze di sostegno dei Paesi vulnerabili per i danni futuri.

RIFIUTI A ROMA: SEMPRE MENO TEMPO PER RISOLVERE LA SITUAZIONE

Virginia Raggi è contro qualsiasi ipotesi di discarica nella Capitale, ma il 15 gennaio 2020 chiude la discarica di Colleferro e al momento non ci sono alternative. Non solo: i Sindaci dei Comuni limitrofi , si sono fatti sentire con un comunicato durissimo rivolto proprio alla Raggi: “La provincia di Roma e il Lazio non sono la pattumiera di Roma. Da Virginia Raggi abbiamo letto parole incredibili sul tema dei rifiuti. Stando a quanto detto dalla sindaca – scrivono i sindaci – gli impianti della provincia di Roma e del resto del Lazio dovrebbero ricevere i rifiuti di Roma perché il primo cittadino della Capitale rifiuta di indicare un sito da adibire a discarica di servizio per la sua città. Tutto ciò è inaccettabile ed episodi come quello accaduto a Civitavecchia non sono tollerabili. Chiediamo alla Regione Lazio di farsi carico del problema e di fare quanto è in suo potere per evitare questo scempio a danno dei cittadini di Roma e del Lazio”.  I 34 sindaci, di tutti gli schieramenti politici, che hanno sottoscritto la nota sono: Esterino Montino (Fiumicino); Orlando Pocci (Velletri); Nicola Marini (Albano Laziale); Pierluigi Sanna (Colleferro); Fausto Giuliani (Colonna); Maurizio Caliciotti (Lariano); Nicoletta Irato (Mazzano Romano); Sandro Runieri (Rocca Santo Stefano); Antonio Pasquini (Allumiere); Marco Bernardi (Roccagiovine); Fiorenzo De Simone (Vicovaro); Anna Gentili (Rocca Priora); Settimio Liberati (Camerata Nuova); Milvia Monachesi (Castel Gandolfo); Alessandro Bettarelli (Canale Monterano); Daniela Ballico (Ciampino); Lorenzo Piazzai (Zagarolo); Roberto Di Felice (Ariccia); Claudia Maciucchi (Trevignano); Luigi Galieti (Lanuvio); Patrizia Nicolini (Sacrofano); Ottorino Ferilli (Fiano Romano); Alberto Latini (Valmontone); Pietro Tidei (Santa Marinella); Felicetto Angelini (Artena); Danilo Giovannoli (Labico); Giovanni Pascazi (Moricone); Alberto Bertucci (Nemi); Pietro Colagrossi (Gallicano); Roberto Mastrosanti (Frascati); Luciano Andreotti (Grottaferrata); Alessandro Cefaro (Genazzano); Roberto Barbetti (Capena); Ivan Ferrari (Gavignano).

Nel frattempo AMA ha preparato il piano rifiuti 2019-2024 per Roma : nel piano è prevista una discarica a Cesano, zona Nord della città; Roma sarà poi divisa in quadranti: in due quadranti saranno ospitati impianti di compostaggio dell’organico con produzione di biogas; negli altri due verranno realizzati due nuovi tmb per il trattamento dell’indifferenziato, che sostituiranno quelli del Salario e di Rocca Cencia. Infine è previsto un termovalorizzatore “di nuova generazione”, in un impianto indicato dal ministero della Difesa. Nelle prossime ore il piano verrà sottoposto a Virginia Raggi, che in questi giorni è stata a Madrid per partecipare a COP25.

COP25: SI RISCHIA L’ENNESIMO “NULLA DI FATTO”

Sono in arrivo tutti i capi di Stato, ma nonostante appelli, in particolare quello del Pontefice e quello del Segretario Generale dell’ONU Guterres e nonostante le numerose dichiarazioni di intenti, la Conferenza sul clima che si sta svolgendo in questi giorni a Madrid (e che si concluderà venerdì prossimo), rischia di trasformarsi nell’ennesimo, e purtroppo prevedibile, nulla di fatto. Ed è ancora una volta la piccola Greta Thunberg che, con grande franchezza, denuncia lo stallo in cui versano le trattative tra i “grandi della terra”: “In quest’ultimo anno abbiamo sensibilizzato l’opinione pubblica – ha dichiarato la Thunberg al suo arrivo a Madrid – ma francamente le emissioni di CO2 non si stanno riducendo, in realtà stanno aumentando. Nel 2019, aumenteranno dello 0,6%, quindi naturalmente, non c’è vittoria, perché l’unica cosa che vogliamo vedere è l’azione reale e quella non sta accadendo: quindi, per quanto abbiamo ottenuto molto, se si guarda la prospettiva da un certo punto di vista non abbiamo ottenuto nulla“. La responsabile Clima ed energia del Wwf Italia, Maria Grazia Midulla, contattata telefonicamente dall’ANSA è fiduciosa sulla possibilità che da COP25 escano impegni concreti: “Sul piatto ci sono molte questioni tecniche e spero che verrà dato un segnale politico che da adesso arrivi fino alla prossima Cop (che si svolgerà a Glasgow, nel Regno Unito, dal 9 al 19 novembre 2020). Ora inizia una fase in cui i Paesi dovranno rivedere i loro impegni nazionali per l’obiettivo comune di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Mai come quest’anno – spiega la Midulla – grande protagonista è la scienza. I rapporti dell’Ipcc soprattutto quelli special, soprattutto quello su 1,5 gradi, fa capire quanto la situazione è pericolosa e quanto sia necessaria un’azione fortissima e una crescita esponenziale dell’azione per ridurre ed azzerare le emissioni nel più breve tempo possibile“. In attesa delle conclusioni, oggi arriva a Madrid il nostro ministro dell’Ambiente Sergio Costa con un ambizioso obiettivo: “Vogliamo convincere gli Usa a ripensarci sull’accordo di Parigi”.

TORNA LA CAMPAGNA “SALVA UN SACCHETTO. SALVA L’AMBIENTE

Torna per il secondo anno la campagna di educazione e sensibilizzazione ambientale “Salva un sacchetto. Salva l’ambiente”, voluta da CONAI per ridurre l’impatto ambientale dei sacchetti di plastica per la spesa.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con FIDA, Federdistribuzione, Confcommercio, ANCC Coop e ANCD Conad, ed è finalizzata all’educazione e alla sensibilizzazione dei cittadini all’uso consapevole delle diverse tipologie di sacchetti, al loro impatto ambientale e alla necessità di non sprecarli attraverso un corretto riuso, riutilizzo e riciclo.

A partire dal 1° dicembre, i punti vendita delle catene di distribuzione coinvolte hanno attivato, su base volontaria, le attività previste dalla campagna promozionale, dando visibilità al materiale informativo (pieghevoli, cartelli informativi, poster, radio-comunicati, filmati ecc.). L’iniziativa #controglisprechi vive anche sui social network Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin. Per una diffusione sul web è stato ideato anche un video che, attraverso una serie di istruzioni spiega ai cittadini come allungare il ciclo di vita dei sacchetti di uso quotidiano.

La campagna invita i consumatori ad un uso più consapevole delle tre tipologie di sacchetti: quelli di plastica ultraleggeri per gli alimenti sfusi, tipici dei reparti ortofrutta, gastronomia e panetteria, in materiale compostabile, che si conferiscono con la frazione organica dei rifiuti domestici. Quelli di plastica per il trasporto, biodegradabili e compostabili, distribuiti soprattutto alle casse, riutilizzabili per la raccolta differenziata dell’organico. E quelli in plastica riutilizzabili, da utilizzare più volte per la spesa o riusare per altri scopi, da differenziare nella plastica una volta rotti.

“Educare i consumatori a corrette modalità di utilizzo e recupero dei sacchetti è parte del nostro ruolo istituzionale – spiega Giorgio Quagliuolo, presidente CONAI – Il nostro comportamento di tutti i giorni, in un gesto che è parte delle nostre vite come quello di fare acquisti, è il primo passo per un corretto processo di gestione dei rifiuti di imballaggio: spreco e abbandono dei sacchetti devono essere combattuti sia attraverso un’informazione corretta sia attraverso proposte concrete che minimizzino l’impatto ambientale dei nostri stili di consumo”.

(Fonte: CONAI)

COP25: ACCORATO APPELLO DEL PAPA

Quanto sono lontane le parole dalle azioni concrete” questo il messaggio, quanto mai diretto, inviato dal Papa ai leader politici presenti alla Cop25 in corso a Madrid. “Gli studi mostrano – ha proseguito Bergoglio – che gli impegni attuali degli Stati per mitigare il cambiamento climatico sono lontani da quelli necessari a ottenere gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi. Dobbiamo chiederci seriamente se esista una volontà politica di impiegare con onestà, responsabilità e coraggio, più risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e per aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili che sono le più colpite” scrive ancora il pontefice “Purtroppo dopo quattro anni dobbiamo ammettere che questa consapevolezza è ancora piuttosto debole, incapace di rispondere adeguatamente a quel forte senso di urgenza per un’azione rapida richiesta dai dati scientifici a nostra disposizione. Stiamo affrontando una ‘sfida di civiltà’ a favore del bene comune“. E, pensando alle manifestazioni dei giovani di Friday For Future, conclude: “Non dobbiamo mettere sulle spalle delle nuove generazioni il carico dei problemi di quelle precedenti. Dobbiamo dare loro la possibilità di ricordarci come la generazione che ha rinnovato e si è impegnata per preservare e coltivare la nostra casa comune“.

Anche numerosi genitori, provenienti da 27 Paesi, hanno rivolto un appello ai governi presenti alla COP 25, esortandoli a intraprendere azioni coraggiose contro i cambiamenti climatici: “I nostri figli sono il più grande amore della nostra vita. Nonostante ciò, gli stiamo consegnando un mondo spezzato sull’orlo del caos climatico e del collasso ecologico. Questo vertice – si legge nell’appello – è un’opportunità cruciale per riunirsi e chiedere un’azione ambiziosa, in linea con il contenimento dell’aumento della temperatura globale al di sotto 1,5 gradi centigradi. Ogni minuto di inazione politica è un minuto perso nella battaglia climatica, e questo mette a serio rischio la vita, la salute e il futuro di sempre più bambini ed esseri umani. Chiediamo un futuro sicuro per i nostri figli e per le generazioni future. Per garantire questo abbiamo bisogno di un’azione decisiva a Madrid. Ci aspettiamo che i delegati di questo vertice mostrino una leadership coraggiosa e agiscano insieme invece di aspettare l’iniziativa dei singoli paesi. Se iniziamo tutti insieme un nuovo percorso, saremo tutti più al sicuro. Questo è un momento di speranza che non può essere sprecato

DOMANI APPUNTAMENTO CON “L’ITALIA DEL RICICLO”

Torna l’appuntamento annuale con L’Italia del Riciclo, il rapporto annuale sul riciclo ed il recupero dei rifiuti, realizzato da FISE UNICIRCULAR e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che fornisce un quadro complessivo dell’andamento del riciclo in Italia nell’ultimo decennio ed evidenzia le principali criticità affrontate dalle 18 filiere del riciclo e del recupero monitorate in questi dieci anni.

Il Rapporto verrà presentato a Roma il 6 dicembre 2019, dalle ore 9,30 alle ore 13,00, presso la Sala Nazionale Spazio Eventi, Via Palermo 10.

L’approfondimento di questa edizione offre, attraverso una specifica indagine, una stima della quantità di rifiuti effettivamente trasformati in materie prime seconde in Italia per capire la capacità produttiva delle aziende coinvolte e valutare il loro contributo nell’evoluzione verso un sistema economico di tipo circolare. La decima edizione de L’Italia del Riciclo mette in luce il trend del settore negli ultimi 10 anni ed evidenzia le principali criticità affrontate dal comparto nello stesso periodo. Complessivamente il riciclo dei rifiuti in Italia in questi anni ha continuato a fare passi avanti importanti per le quantità di rifiuti trattate, per i miglioramenti intervenuti negli impianti e nelle tecnologie di trattamento: il sistema del riciclo italiano è, in generale, pronto a raggiungere gli obiettivi delle nuove Direttive ma è necessario consolidare le posizioni conquistate, superare le carenze che ancora permangono e compiere ulteriori progressi. Come ogni anno, il Report presenta l’aggiornamento relativo all’andamento di tutte le filiere, che vengono attivamente coinvolte nella redazione del Rapporto

PROGRAMMA 6 DICEMBRE